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È stato pubblicato sul Supplemento Ordinario alla G.U., il D.L. 34/2020, già conosciuto come “Decreto Rilancio”, recante misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il testo normativo è ampio, forse troppo, rappresenta una sorta di “omnibus” delle diverse materie trattate; l’effettiva applicazione delle norme è demandata all’emanazione di diversi decreti applicativi. Di seguito si dà una prima sintesi degli interventi più interessanti che riguardano le imprese e il lavoro autonomo, in particolare per quello che riguarda il versamento del saldo e del primo acconto IRAP, i contributi a fondo perduto per imprese e lavoratori autonomi, il credito d’imposta per i canoni di locazione, oltre a segnalare l’ulteriore rinvio dei termini per i pagamenti già sospesi nel DL “Cura Italia”. Ad oggi non sono prorogati i termini per il pagamento dei tributi derivati dalla dichiarazione dei redditi dell’anno 2019, previsti per il prossimo 30 giugno.

Versamenti Irap 

Non sono dovuti: - il saldo Irap relativo al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2019, fermo restando il versamento dell’acconto dovuto per il medesimo periodo di imposta; - la prima rata dell’acconto relativo al periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019 (in genere il 2020); tale importo rimane escluso dal calcolo dell’imposta da versare a saldo per lo stesso periodo d’imposta. 

Contributi a fondo perduto 

Al fine di sostenere i soggetti colpiti dall’emergenza epidemiologica “Covid-19”, è stato introdotto, in luogo delle indennità per i mesi di marzo e aprile (i “600 euro”) un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti esercenti attività d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita Iva, con ricavi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019.  Il contributo è tuttavia condizionato dall’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020, il quale deve essere inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del corrispondente mese di aprile 2019. Il contributo spetta, anche in assenza del suddetto calo, ai soggetti che hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019.L’ammontare del contributo a fondo perduto è modulato in funzione dei ricavi o compensi realizzati nel 2019 e si determina applicando le seguenti percentuali alla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019: 

a) 20% per i soggetti con ricavi o compensi non superiori a 400.000 euro; b) 15% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 400.000 euro e fino a 1 milione di euro;  c) 10% per i soggetti con ricavi o compensi superiori a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro. 

Viene previsto un ammontare minimo a prescindere dall’applicazione delle percentuali di cui sopra pari a 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche.  Per poter ottenere il contributo deve essere presentata, esclusivamente in via telematica, una istanza all’Agenzia delle Entrate con l’indicazione della sussistenza dei requisiti richiesti. Modalità di effettuazione dell’istanza, contenuto informativo, termini di presentazione della stessa, e ogni altro elemento necessario all’attuazione delle disposizioni del presente articolo sono definiti con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate.  Il contributo è corrisposto dalla stessa Agenzia delle entrate mediante accreditamento diretto in conto corrente bancario o postale intestato al soggetto beneficiario. 

Credito d’imposta per i canoni di locazione immobili a uso non abitativo, affitto d’azienda e cessione del credito 

Viene previsto un credito di imposta in ragione del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili a uso non abitativo destinati allo svolgimento dell’attività industriale, commerciale, artigianale, agricola, di interesse turistico o all'esercizio abituale e professionale dell’attività di lavoro autonomo.  Il credito di imposta è riconosciuto ai soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione, con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019, nonché, indipendentemente dal volume di affari 2019, alle strutture alberghiere e agli agriturismi.  Inoltre, il credito è riconosciuto anche agli enti non commerciali. Il credito ammonta al 60% dell'ammontare mensile del canone di locazione, di leasing o di concessione di immobili a uso non abitativo destinati allo svolgimento della propria attività. In caso di contratti di affitto d’azienda, il credito è ridotto in misura pari al 30% dei relativi canoni.  Il credito d’imposta è commisurato all’importo versato nel periodo d’imposta 2020 con riferimento a ciascuno dei mesi di marzo, aprile e maggio, mentre per le strutture turistico ricettive con attività solo stagionale con riferimento a ciascuno dei mesi di aprile, maggio e giugno.  Ai soggetti locatari esercenti attività economica, il credito d’imposta spetta a condizione che abbiano subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel mese di riferimento di almeno il 50% rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente.  Il credito d'imposta è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi relativa al 2020 o in compensazione, successivamente all'avvenuto pagamento dei canoni e potrà essere ceduto a terzi (esempio allo stesso locatore). Anche in questo caso è necessario attendere il relativo decreto attuativo.

Proroga dei termini di ripresa della riscossione dei versamenti sospesi 

I versamenti sospesi ai sensi del previgente “DL Cura Italia”, sono ulteriormente prorogati al 16 settembre 2020, con versamento in unica soluzione o mediante rateizzazione, fino a un massimo di 4 rate mensili di pari importo, con versamento della prima rata sempre entro il 16 settembre 2020. Non si fa luogo al rimborso di quanto già versato.  Vengono sempre prorogati al 16 settembre 2020 i termini di ripresa degli adempienti e della riscossione sospesi, con contestuale versamento in unica soluzione o in 4 rate mensili di pari importo di cui la prima entro il 16 settembre 2020.

L'Agenzia delle Entrate ha intanto pubblicato un utile vademecum in cui vengono illustrate le disposizioni contenute nel “Decreto"Rilancio", con i diversi dettagli.

Lo Studio si sta preparando per l’annuale appuntamento delle dichiarazioni fiscali ed in particolare per coloro che richiedono l’assistenza alla compilazione del Modello 730 relativo ai redditi del 2019.
L’emergenza sanitaria in corso ha modificato adempimenti e scadenze, favorendo un’assistenza fiscale “a distanza”; proviamo a riassumere.
In primo luogo, per accedere alla dichiarazione precompliata dall’Agenzia delle Entrate è necessario disporre della delega all’intermediario dello Studio, già predisposta e compilabile, che invitiamo a scaricare e trasmettere; per potere operare, allo Studio è sufficiente, infatti, la copia per immagine della stessa e la copia della documentazione necessaria per la dichiarazione (vedi elenco documenti). Coloro che sono privi di strumenti per la stampa dei modelli di delega o di scanner per la riproduzione delle immagini delle deleghe sottoscritte potranno, in luogo della sottoscrizione della delega, inviare allo Studio, in via telematica (es. tramite WhatsApp, Telegram, ecc., ovvero con una e-mail o un altro sistema di messaggistica istantaneo, come gli Sms), copia per immagine di un’apposita autorizzazione predisposta in forma libera e sottoscritta. La finalità della norma è, naturalmente, quella di consentire lo svolgimento da remoto delle attività di assistenza fiscale, permettendo ai contribuenti di presentare la dichiarazione nel rispetto del divieto o dei limiti di movimentazione dalle proprie abitazioni.

Relativamente ai nostri uffici chiediamo cortesemente di inviare la delega e la documentazione, preferibilmente a questi indirizzi di posta elettronica:

In attesa del prossimo decreto per fronteggiare l'emergenza sanitaria in corso e le conseguenze in campo economico, la circolare del mese di maggio, in collaborazione con Seac, commenta la conversione in legge del D.L. 18/2020, cd. "Cura Italia", in vigore dal 30/4/2019. Lo scadenzario in calce prova a delineare le nuove scadenze, suscettibili di nuovi rinvii o disciplina.

Sono contenute nel nuovo DPCM, che sarà in vigore dal 4 al 17 maggio a sostegno della cd "Fase 2", fatte salve alcune specifiche disposizioni per le imprese, già in vigore da oggi ed eventuali misure adottate dalle Regioni. La prima rilevante novità è la riapertura del settore manifatturiero. Viene modificato l’elenco delle attività consentite dal precedente DPCM. Il testo, negli allegati, prevede l’obbligo di rispettare i protocolli di sicurezza e per il contenimento della diffusione del COVID-19 nei cantieri, nel settore del trasporto e della logistica. Per le imprese che riprendono l’attività dal 4 maggio già a partire da oggi è possibile svolgere tutte le attività propedeutiche alla riapertura. L’allentamento delle misure riguarda anche il settore della ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie). Fermo restando che è possibile proseguire con la consegna a domicilio, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, sia per l’attività di confezionamento che per quella di trasporto, viene consentita, già dal 27 aprile per deroga della Regione Emilia Romagna, anche la ristorazione con asporto, prevedendo l’obbligo di rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro, il divieto di consumare i prodotti all'interno dei locali e il divieto di sostare nelle immediate vicinanze degli stessi.

Nella circolare Info Azienda straordinaria di Aprile, redatta in collaborazione con Seac, la sintesi delle principali novità contenute nel cd "Decreto Liquidità", in vigore dal 9/4/2020.

Le misure restrittive attualmente in atto e inizialmente previste fino al 13 aprile sono state prorogate dal DPCM 10 aprile 2020 fino al 3 maggio. Per le attività produttive, dal 14 aprile, sarà consentita l’apertura di cartolerie, librerie e negozi di vestiti per bambini e neonati. Vengono, inoltre, inserite tra le attività produttive consentite la silvicoltura e l’industria del legno.